AI e aziende: un’integrazione di successo

I dati dell'ultimo convegno tenuto dall'osservatorio artificiale intelligence sono chiari: il 2021 si attesta come un anno in crescita per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale da parte delle grandi aziende e delle PMI italiane, con dati decisamente in crescita rispetto al 2020.

Gli studi infatti attestano una crescita del 27% dell'agenzia artificiale in Italia, con un valore totale di 380 milioni di euro, valore che è raddoppiato rispetto a due anni fa.

Inoltre, il 2021 ha visto anche la nascita del Programma strategico sull’intelligenza artificiale, un programma che vede la collaborazione del Ministero dell'Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico, e del Ministero dell'Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale.

L'obiettivo di questo programma, che si articola dal 2022 al 2024, prevede di rafforzare sempre di più la presenza dell'intelligenza artificiale in Italia, aumentando la competitività delle aziende a livello globale e stimolando il trasferimento tecnologico e la ricerca.

Quali sono i settori di intelligenza artificiale che attirano i maggiori investimenti?

I dati dell’ultimo convegno dell’Osservatorio Artificial Intelligence riportano che ai primi posti si trovano le tecnologie di Intelligent Data Processing, cioè algoritmi che permettono di analizzare ed estrarre informazioni importanti dai dati.

Seguono le tecnologie di Natural Language Processing, che permettono ai sistemi automatizzati di interpretare il linguaggio naturale, e la Intelligent Robotic Process Automation, con cui l'intelligenza artificiale può rendere un progetto automatizzato, governandone le varie fasi. 

In Italia, i settori aziendali più attivi negli investimenti dell’intelligenza artificiale riguardano quello finanziario, i fornitori di energia e di utility, le manifatture, e le aziende di media e telecomunicazioni.

L'intelligenza artificiale riduce i consumi energetici

Oltre a rendere l'azienda più competitiva, più efficiente e ottimizzare i processi, l'intelligenza artificiale permette di ridurre lo spreco delle risorse, di ridurre le emissioni, e di rafforzare l'economia circolare.

Le soluzioni di intelligenza artificiale possono velocizzare inoltre la transizione ecologica. 

La possibilità di analizzare grandi quantità di dati, ad esempio, permette di rendere i macchinari più efficienti, più sicuri, e di ridurre di conseguenza gli sprechi. Dispositivi come quelli IoT, anch’essi basati sull'intelligenza artificiale, permettono di migliorare l'efficienza energetica dei prodotti, e di monitorare l'impatto ambientale dei materiali nel loro ciclo di vita, grazie a sensori e tracker che analizzano i dati in tempo reale.

La sfida dei consumi dell'intelligenza artificiale

La vera sfida però risiede nel fatto che il funzionamento delle soluzioni di intelligenza artificiale devono essere a loro volta sostenibili.

Utilizzando l'energia elettrica tradizionale, ad esempio quella delle risorse di origine fossile, le soluzioni di intelligenza artificiale sono responsabili dell'immissione di una grande quantità di anidride carbonica nell'atmosfera. È necessario, perciò, utilizzare o incentivare l'utilizzo di fonti rinnovabili, come, quelle basate sull'energia eolica e sull'energia fotovoltaica.

Rispetto alle risorse di origine fossile, però, queste fonti di energia si basano sull'effettiva presenza del sole, o del vento, offrendo quindi un servizio che rischia di essere intermittente, e non fisso.

Anche in questo campo può intervenire con successo un algoritmo di intelligenza artificiale, che permette di raccogliere i dati in tempo reale dalle stazioni meteorologiche, e fornendo previsioni precise sui momenti di picco della generazione di queste fonti. Il risultato quindi, la possibilità di un equilibrio tra l'offerta e la domanda di energia del sistema elettrico.

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